SAN GIORGIO LUCANO

San Giorgio Lucano è il comune più giovane della Val Sarmento poiché la sua nascita si fa risalire al 1607, quando gruppi di agricoltori provenienti da Trebisacce, Castelasaraceno e Viggianello, ottennero, dall’allora Principe dello Stato di Noja Pignatelli, la facoltà di coltivare ed edificare nell’agro. Tuttavia prima di allora popolazioni albanesi, in rotta verso le alture del Pollino, abitarono le antiche grotte che trovarono sul fianco del colle sui cui sorge il borgo, apogei scavati da popolazioni orientali tra l’VIII e l’XI, oggi geo-sito e patrimonio dell’Unesco.

Nel 1863, con regio decreto di Vittorio Emanuele II, il paese assunse la denominazione di San Giorgio Lucano e gradualmente accanto all’agricoltura si svilupparono il commercio e l’artigianato. Lungo il torrente Sodano si possono trovare ancora resti di antiche fornaci per la cottura dei manufatti in argilla e per la produzione della calce. Sulle rive del Sarmento invece sono visibili i resti di due vecchi mulini ad acqua: il “Molino del Sole” con annessa fornace, e le fornaci Galanga e la fornace Falcuneta, a testimonianza della presenza di interessanti spazi per la produzione di vasi, piatti, brocche e mattoni.
Il borgo è caratterizzato da numerosi edifici nobiliari con maestosi portali in pietra, databili tra il ‘600 e l’ ‘800 come Palazzo Zito e Palazzo Carlomagno, poi i Palazzi Torchitti, Ripa e Silvestre (1828), ma anche Palazzo La Canna o Fattoria di Rosaneto, già appartenuta alla Certosa di Chiaromonte, di cui è ben conservata la cappella. Nell’itinerario religioso del visitatore non possono mancare l’antica Chiesa Madre del 1600, la Cappella della Madonna delle Grazie e il Santuario Maria SS. Degli Angeli, suggestiva costruzione aggrappata ai calanchi, a ridosso della grotta del ritrovamento di una statua della Madonna risalente al periodo dei monaci eremiti basiliani in Lucania (VII-X sec.)
Fuori dal centro abitato, lungo il percorso che conduce alla cappella della Madonna delle Grazie (1770), si aprono gli accessi alle antiche grotte, ancora oggi utilizzate soprattutto come cantine, rimesse agricole, e stalle.
San Giorgio conserva vivida la sua antica identità contadina e artigiana anche attraverso i riti e celebrazioni ancora molto sentite come la festa patronale di San Rocco che si celebra il 18 agosto; durante la processione si possono osservare i “cirri” strutture votive realizzate con spighe di grano intrecciate o candele ornate da nastri. Famoso è lo storico “gioco della falce” che viene celebrato fin da tempi antichissimi con una pantomima che vede in azione diversi protagonisti. Il tema centrale è il mascheramento dell’azione del mestiere: contadini , mietitori, il suonatore di zampogne, etc. Gli usi e costumi legati alla tradizione di San Giorgio, e in generale del popolo lucano, sono anche il tema delle 50 opere di artisti (locali e internazionali) di street art che costellano il borgo.
Anche la tradizione gastronomica è tipica della civiltà contadina ed offre tante varietà di salumi, piatti di pasta fatta in casa, pietanze a base di ortaggi, legumi, buon vino e olio di oliva; ma il piatto tipico di San Giorgio è la Pu’iata, un infuso di puleggio condito con olio e altre spezie utili anche per lenire o prevenire le malattie da raffreddamento.

LIVE CAM

VR TOUR    

ESPERIENZE

EVENTI

Nessun evento trovato!