PALAZZI STORICI
PALAZZO DE CUNTIS – IL CARCERE
Questo spazio era di maggiori dimensioni sin dalla prima metà del XVI sec. quando ebbero luogo i primi lavori (1535-40) della prima abitazione De Cuntis. Ha un architettura esterna con classici archi a tutto sesto. I De Cuntis giunsero a Rotonda dopo la battaglia di Algeri al seguito dell’armata dell’imperatore Carlo V, che concesse loro l’esteso giardino antistante con il titolo nobiliare di Marchese per essersi distinti in azioni belliche. Dopo presero corpo gli edifici circostanti per il seguito della famiglia. Le arcate di questo palazzo si presentano nella loro semplicità, con linee arrotondate ed eleganti, sono bene conservate anche se si nota qualche segno del tempo. Tali arcate sono armoniosamente inserite nella graziosa e accogliente piazzetta antistante, interamente pavimentata a pietra.
Nella suddetta piazzetta, di fronte a casa De Cuntis, nell’800 l’ultimo piano fu adibito a carcere, con annesso l’alloggio per la famiglia del custode.
Ritornando al campanile con il grande orologio della Chiesa Madre (datato 1894) , di circa un cinquantennio precedente è un altro orologio situato nella parte alta del paese. Nel 1853, come attesta F. Cirelli, esisteva a Rotonda “la regia giudicatura” (Pretura) e quella della ” Cancelleria comunale”. Le cosiddette “Prigioni Circondariali” erano site sulla pubblica piazza e ripartite in due stanze superiori ed una inferiore, particolarmente addetta quest’ultima, per la detenzione degli imputati criminali. lo stesso Cirelli afferma che “nella parte alta di Rotonda (1853) odonsi battere le ore da un pubblico orologio, sito in una casa particolare, che si appigiona per questo utile servizio”.
Fonti scritte : “Rotonda Nerulum”,Umberto D’Aquino, Enzo Fittipaldi, Saverio Lauria,Ed.salentina,Galatina,Lecce,1976
Rotonda – Itinerari della pietra dell’Ecomueo del Pollino, Enzo Fittipaldi
Fonti orali: Tommaso Paonessa
PALAZZO AMATO
Il Palazzo Amato prende il nome dai suoi ultimi proprietari, ma è conosciuto anche come Palazzo Rosito in memoria degli antichi proprietari. Ha una datazione del XIX sec. e sorge in Via Mordini; per un periodo fu anche sede dell’ Ente Parco Nazionale del Pollino.
Il portale di Palazzo Amato è sormontato da una specie di diadema recante il nome dell’antico proprietario Rosito, lo stemma nella parte inferiore raffigura un pesce. Il portale è un bellissimo esempio di gusto pittorico e senso plastico. Ai lati risaltano motivi decorativi simmetricamente collegati tra loro (rosoni, foglie, grappoli d’uva…) mentre i “piedritti” presentano fregi interni e belle volute ascendenti all’esterno, che si ripetono sull’arco e ai lati dello stemma, situato nella chiave di volta.
Fonti scritte : “Rotonda Nerulum”,Umberto D’Aquino, Enzo Fittipaldi, Saverio Lauria,Ed.salentina,Galatina,Lecce,1976
Rotonda – Itinerari della pietra dell’Ecomueo del Pollino, Enzo Fittipaldi
Fonti orali: Tommaso Paonessa, Enzo Fittipaldi
PALAZZO GARIBALDI
Rotonda fu l’unico paese della Basilicata ad ospitare Giuseppe Garibaldi, che vi sostò il 2 settembre 1860, prima di partire da una spiaggia di Maratea per Sapri. L’eroe fu ospitato a casa della famiglia Fasanelli (ora di proprietà degli eredi del Comm. Vincenzo Tancredi), che per ricambiarne l’ospitalità regalò alla famiglia un grande medaglione di cui oggi si ignora la sorte. Garibaldi arrivò a Rotonda il 2 settembre con la colonna del Generale Cosenza, reduce dalla conquista della Sicilia e della Calabria, ed era diretto verso Napoli, in vista dello scontro con l’esercito di Francesco II. A sbarrargli la strada, anche se in ritirata, a Castelluccio era presente un contingente di 3.000 soldati borbonici agli ordini del Generale Caldarelli. Quindi decise di fermarsi nel comune del Pollino per la notte fra il 2 e il 3 settembre, accolto da don Bonaventura de Rinaldis e ospite della famiglia della vedova di Berardino Fasanelli. Garibaldi aveva pensato di raggiungere la costa tirrenica costeggiando il fiume Lao-Mercure, ma don Bonaventura gli fece cambiare idea facendolo passare per vie interne. Fu lo stesso don Bonaventura a inviare un messaggio segreto per avvertire il sindaco di Tortora, don Biagio Maceri, dell’arrivo dell’eroe nel comune calabrese. La figlia di don Bonaventura, Filomena, era sposata con il figlio del sindaco di Tortora, Francesco Maceri. In piena notte Garibaldi lasciò Rotonda, con sei uomini a seguito, e seguendo le indicazioni di don Bonaventura e di un contadino incontrato per strada arrivò a Tortora alle 10 e 30 del 3 settembre.
PALAZZO DE RINALDIS
Fu costruito nel sec. XVIII su progetto di un architetto napoletano il cui portale, di notevoli dimensioni, è opera di maestranze anch’esse napoletane che si sono ispirate a modelli di stile “bugnato” già preesistenti nella capitale del Regno. L’opera è armoniosa ed elegante nel bellissimo architrave che contiene lo stemma di famiglia ed è poggiato sull’arco, la cui chiave di volta è costituita da un fregio anche’esso a stemma senza particolari motivi decorativi. Il portale introduce in un ampio cortile pavimentato a grandi lastroni di pietra. Casa De Rinaldis sovrasta la distesa piana che gira intorno, chiamata “jardino” (in tempi assai grami ha sfamato diversi paesani).
Tra le famiglie più distinte dell’epoca troviamo sicuramente: Tedeschi, Cantisani, Bonifacio, D’Alessandro, Fasanelli, Forte, Libonati, Iorio, Penzo, Aceti, Cataldi, Galizia, Chiavelli, Rosito, Tancredi, Paonessa.
Una nota a parte merita la famiglia del Cav. Bonaventura De Rinaldi (De Rinaldis) per antichità e per gentili modi di vivere; egli venne nominato Consigliere d’Intendenza il 15 ottbre 1833. nell’agosto 1843 si ritirò in famiglia “sotto aspetto di malattia”,né più volle ritornare al suo posto, sebbene S.M. non avesse creduto accordargli il richiesto ritiro. Dopo due anni e mezzo, però, venne dichiarato volontariamente dimesso. Il 16 ottobre 1849 fu richiamato a servire con la nomina di Sotto Intendente in Palmi, ed il Ministro Segretario di Stato dell’Interno gli partecipò la novella destinazione con la lettera ufficiale del 27 ottobre di detto anno, terzo carico, secondo ripartimento, n. 979 concepita in termini onorifici. Con “real decreto”del 22 luglio 1851 fu destinato di nuovo, a sua richiesta, nel Consiglio d’Intendenza di Basilicata. Il De Rinaldi fu insignito anche dall’Ordine di Francesco I come Cav. Benemerito dello Stato. Possiamo, inoltre, citare il Diploma Onoreficentissimo di Carlo V Imperatore, datato da Ratisbona lì 19 luglio 1541(periodo in cui presumibilmente i de Rinaldis giunsero dalla Spagna nelle nostre terre) e del suo Impero anno vigesimo secondo, a prò de’ patrizi fratelli Niccolò, Francesco e Ludovico De Rinaldis; dei quali si memorano i servizi resi da costui nel 1528 durante l’assedio di Napoli, e dell’altro (Francesco) nelle spedizioni marittime sotto il Doria e in quelle contro i “Turcheschi”. Carlo V con il predetto diploma li dichiarò entrambi “Marchesi” e li annoverò nel posto dei suoi “commensali e familiari”. Un antenato di questa illustre famiglia, a nome Gerardo De Rinaldis, esercitò la carica di Governatore nella città di Reggio.
Fonti scritte : “Rotonda Nerulum”,Umberto D’Aquino, Enzo Fittipaldi, Saverio Lauria,Ed.salentina,Galatina,Lecce,1976
Rotonda – Itinerari della pietra dell’Ecomuseo del Pollino,Enzo Fittipaldi
Fonti orali: Tommaso Paonessa