PALAZZI BIANCHI
Info Palazzo De Nigris
Famiglia De Nigris, Storia
La famiglia De Nigris era tra le più antiche ed importanti di Calvera, come risulta da un documento del 1686. Nel 700 gli ecclesiastici De Nigris dominano il clero calverese e dalla metà dello stesso secolo si delineano 2 rami della famiglia residenti in parti distinte dello stesso palazzo.
Il giglio è lo stemma di famiglia, simbolo di purezza e della regalità francese. Motivo di orgoglio per i De Nigris è stato raffigurato su più pareti del palazzo.
La famiglia De Nigris era tra le più antiche ed importanti di Calvera, come risulta da un documento del 1686. Nel 700 gli ecclesiastici De Nigris dominano il clero calverese e dalla metà dello stesso secolo si delineano 2 rami della famiglia residenti in parti distinte dello stesso palazzo.
Il giglio è lo stemma di famiglia, simbolo di purezza e della regalità francese. Motivo di orgoglio per i De Nigris è stato raffigurato su più pareti del palazzo.
Cappella Madonna del Santo Rosario
Il palazzo De Nigris possedeva al suo interno una cappellina di famiglia dedicata alla Madonna del Santo Rosario il cui ingresso si trovava alla metà del vicolo sul lato sinistro e attualmente è l’ingresso di una abita zione privata. La statua della Madonna che un tempo fu accolta da questa cappella è stata donata dalla famiglia alla chiesa parrocchiale di Calvera, ed oggi è custodita nella cappella di san Gaetano.
Il palazzo De Nigris possedeva al suo interno una cappellina di famiglia dedicata alla Madonna del Santo Rosario il cui ingresso si trovava alla metà del vicolo sul lato sinistro e attualmente è l’ingresso di una abita zione privata. La statua della Madonna che un tempo fu accolta da questa cappella è stata donata dalla famiglia alla chiesa parrocchiale di Calvera, ed oggi è custodita nella cappella di san Gaetano.
Descrizione Architettonica
Il palazzo si presenta con un corpo centrale avanzato, dove si evidenziano pregevoli balconate chiuse con archi a tutto sesto poggianti su pilastri, quest’ultimi enfatizzati da lesene intonacate. Di particolare fattura anche il cornicione che delimita la sommità del palazzo.
Il palazzo si presenta con un corpo centrale avanzato, dove si evidenziano pregevoli balconate chiuse con archi a tutto sesto poggianti su pilastri, quest’ultimi enfatizzati da lesene intonacate. Di particolare fattura anche il cornicione che delimita la sommità del palazzo.
Info Palazzo Mazzilli Beniamino
Storia
Il palazzo per molti anni è stato un edificio pubblico, utilizzato come sede scolastica e per ospitare gli uffici del comune. La piazza antistante l’ ingresso principale si chiama infatti “Piazza Muni cipio”. Oggi prende il nome da colui che lo acquistò nel 1947 e lo arricchì con opere di varia natura sia internamente che esternamente: il professor
Beniamino Mazzilli ( 1896/ 1997)
Storia
Il palazzo per molti anni è stato un edificio pubblico, utilizzato come sede scolastica e per ospitare gli uffici del comune. La piazza antistante l’ ingresso principale si chiama infatti “Piazza Muni cipio”. Oggi prende il nome da colui che lo acquistò nel 1947 e lo arricchì con opere di varia natura sia internamente che esternamente: il professor
Beniamino Mazzilli ( 1896/ 1997)
Gli interni
All’interno del palazzo gli ambienti sono ben arredati e presentano busti marmorei e numerosi dipinti di varie epoche storiche. Grazie alla passione personale per l’Antico del professor Beniamino Mazzilli, le sale possono essere paragonate a quelle di un museo in cui gli oggetti d’arte trovano spazio in ogni angolo. Tutto questo richiama la tradizione dei gabinetti e musei privati: le “camere delle meraviglie”, una raccolta ad uso e beneficio della propria famiglia, ma anche della gente comune. Potremmo definirla un’abitazione gentilizia di emozioni e sensazioni esposte, condivise per soddisfare il desiderio di raccontare attraverso quei pezzi le proprie esperienze, e soprattutto creare un legame con l’osservatore.
All’interno del palazzo gli ambienti sono ben arredati e presentano busti marmorei e numerosi dipinti di varie epoche storiche. Grazie alla passione personale per l’Antico del professor Beniamino Mazzilli, le sale possono essere paragonate a quelle di un museo in cui gli oggetti d’arte trovano spazio in ogni angolo. Tutto questo richiama la tradizione dei gabinetti e musei privati: le “camere delle meraviglie”, una raccolta ad uso e beneficio della propria famiglia, ma anche della gente comune. Potremmo definirla un’abitazione gentilizia di emozioni e sensazioni esposte, condivise per soddisfare il desiderio di raccontare attraverso quei pezzi le proprie esperienze, e soprattutto creare un legame con l’osservatore.
L’architettura
Per mancanza di fonti attendibili, il periodo di costruzione del palazzo non è noto. Precedentemente apparteneva alla famiglia De Nigris, una delle più antiche di Calvera. La facciata architettonicamente più significativa è quella rivolta a mezzogiorno, nobilitata da una loggia trilobata, in stile rinascimentale, mentre la policromia dei medaglioni e dei riquadri in terracotta invetriata le danno una nota d’allegria. Purtroppo agli inizi del ‘900 la facciata ha subito un crollo parziale, ma è stata rifatta mantenendo lo stesso carattere.
Per mancanza di fonti attendibili, il periodo di costruzione del palazzo non è noto. Precedentemente apparteneva alla famiglia De Nigris, una delle più antiche di Calvera. La facciata architettonicamente più significativa è quella rivolta a mezzogiorno, nobilitata da una loggia trilobata, in stile rinascimentale, mentre la policromia dei medaglioni e dei riquadri in terracotta invetriata le danno una nota d’allegria. Purtroppo agli inizi del ‘900 la facciata ha subito un crollo parziale, ma è stata rifatta mantenendo lo stesso carattere.
Info Palazzo Salerno
Storia
La denominazione “Palazzo Salerno” è stata attribuita nel 1980, dopo che Achille Salerno (già sindaco di Calvera nel 1948), proprietario di una parte del palazzo, ha avviato la pratica per sottoporlo al vincolo della soprintendenza per i beni architettonici.
La conformazione tipica del palazzo e la sua posizione baricentrica e dominante, fanno pensare che fosse una residenza fortificata.
Nel suo libro “Cenni storici su Calvera”, il professore Beniamino Mazzilli cita il palazzo scrivendo: << La casa dei Salerno segue a quella dei Bruno e dei Piragine, in precedenza posseduta tutta intera da un sacerdote calverese >> . Nel ‘900 i locali al piano inferiore hanno ospitato piccole attività commerciali, e, in una parte del palazzo, ha abitato il parroco Don Vincenzo Dattoli (1937/2004) negli ultimi anni della sua vita.
Storia
La denominazione “Palazzo Salerno” è stata attribuita nel 1980, dopo che Achille Salerno (già sindaco di Calvera nel 1948), proprietario di una parte del palazzo, ha avviato la pratica per sottoporlo al vincolo della soprintendenza per i beni architettonici.
La conformazione tipica del palazzo e la sua posizione baricentrica e dominante, fanno pensare che fosse una residenza fortificata.
Nel suo libro “Cenni storici su Calvera”, il professore Beniamino Mazzilli cita il palazzo scrivendo: << La casa dei Salerno segue a quella dei Bruno e dei Piragine, in precedenza posseduta tutta intera da un sacerdote calverese >> . Nel ‘900 i locali al piano inferiore hanno ospitato piccole attività commerciali, e, in una parte del palazzo, ha abitato il parroco Don Vincenzo Dattoli (1937/2004) negli ultimi anni della sua vita.
Facciate
Nella facciata a mezzogiorno l’edificio presenta i caratteri stilistici tipici dell’architettura settecentesca denunciando elementi di chiara ispirazione barocca.
Al piano superiore si aprono 5 finestre che recano eleganti cornici finemente sagomate. Le finestre sono inframezzate da medaglioni ovali recanti al di sopra alcune decorazioni. Uno spigolo del fabbricato è sagomato a colonna.
Nella facciata a mezzogiorno l’edificio presenta i caratteri stilistici tipici dell’architettura settecentesca denunciando elementi di chiara ispirazione barocca.
Al piano superiore si aprono 5 finestre che recano eleganti cornici finemente sagomate. Le finestre sono inframezzate da medaglioni ovali recanti al di sopra alcune decorazioni. Uno spigolo del fabbricato è sagomato a colonna.