PALAZZO CAPORALE
Situato nella zona alta del paese, il palazzo fu abitato dal medico Vincenzo Caporale e da sua moglie, morta prematuramente per un male incurabile. Forse, per questo motivo, il dott. Caporale dedicò la sua vita alla ricerca sul cancro.
In una nota, conservata nel palazzo che porta il suo nome, il dottor Vincenzo Caporale, scrisse che la sua ricerca per la lotta al tumore ha inizio dal 1908. Da allora la gente di questo posto lo vide sempre andare per i boschi del Pollino in cerca delle sue preziosissime erbe. Vincenzo Caporale nasce a Viggianello il 7 di Giugno del 1878, si laurea in Medicina e Chirurgia all’università Federico II di Napoli nel 1905, le sue specializzazioni sono infinite in tutti i settori della medicina: pediatria, ortopedia, igiene, ginecologia, malattie urinarie, medicina legale, odontoiatria, rinoiatria etc. Fu assistente in varie cliniche universitarie e primario presso l’ospedale Incurabili di Napoli ma, rifiutò l’incarico per dedicarsi intensamente agli studi sui tumori. Dedicò la sua esistenza a questa terribile lotta, chiuso nello studio del suo palazzo con l’intuito dello scienziato e la straordinaria conoscenza della botanica produsse un medicinale a base di erbe che, in principio chiamò Polvere Pace” e successivamente “Ablastina”. L’Ablastina fu capace di insecchire i tumori esterni fino al punto da farli separare dalla parte sana del corpo senza che il male degenerasse in metastasi. La sua gente lo rispettava e lo amava poiché con la sua medicina salvò la vita ad una moltitudine di esseri umani che accorreva a lui dolorante e senza denaro, lui li curava, li guariva quando era possibile per pura missione. Si racconta che, anche il capo del fascismo ricorse a lui per debellare una malattia tenuta in gran segreto. Il dottor Caporale pare si sia recato a Roma in incognito e che le sue cure guarirono Mussolini, il quale gli fece tantissime offerte una fra tante quella di dirigere un grande ospedale; il dottore non volle niente chiese a lui un solo dono: una stradina che arrivasse fino alla sua casa in cima al paese, poiché per giungervi c’era solo una lunghissima scalinata. La stradina fino alla sua casa fu fatta davvero, non sappiamo se da Mussolini fece fare la strada e in più gli regalò una Balilla che il dottore usò pochissime volte. Caporale documentò la cura dei tumori, nel suo palazzo gli eredi conservano un’ampia documentazione fotografica dei casi prima e dopo il trattamento con l’Ablastina. Era un uomo modesto ma, la modestia, a volte, non è una virtù e, portò il segreto nella tomba, quando nel 1967 morì, dopo aver speso la vita per i poveri ammalati della sua terra. In questo lembo di terra sembra, a volte, che tutto ci è negato:la modernizzazione, il lavoro, la ricchezza … ma, di una cosa siamo ricchi … sui boschi impervi, sulle nostre terre nascono ancora le erbe che il dottor Caporale mescolava sapientemente fino a ridare la vita e la speranza. Aveva il dottore, alcune persone di fiducia che raccoglievano le sue erbe, persone che con il tempo avevano carpito alcuni suoi segreti. A distanza di quasi quarant’anni quelle erbe guariscono ancora … segno di una verità che non vuole arrendersi neanche di fronte alla morte.